31 dicembre 2019. Siamo agli sgoccioli. Dal prossimo anno solo scintille!

POSTDATATO

 

26 dicembre 2019. Per quanto tempo occorre restare buoni? Posso riprendere il corso dei miei cattivi pensieri o è ancora troppo presto? Santo Stefano fu condannato per essere il primo dei blasfemi. Non c'è giorno migliore dunque. In fondo io vorrei solo dirne quattro ai santoni di questo mondo collezionistico. Non voglio essere condannato al martirio, ma solo ricordare loro che, non avere una calma interiore ed usare la collezione per primeggiare tra esseri di poco conto, spesso millantando e non disponendo realmente, li porta inesorabilmente ad essere essi stessi i primi perdenti di una lunga catena. Far poi veleggiare le nuove leve a vele spiegate verso l'assoluta ignoranza fa il resto. Così facendo hanno minato alla base la possibilità che l'identità italiana dei manufatti in latta (per primi i giocattoli, poi le pubblicità nella forma di insegne, orologi, scatole ed altro ancora) possa avere un seguito nel tempo.
Mi sento un moralizzatore del nulla... Ma la verità che si prospetta di fronte ai miei occhi è piuttosto che tutto ciò che muova il collezionismo che a me interessa e di cui parlo, che riguarda l'Italia da raccontare, prima ancora che da ammirare, sia solo una parvenza di ciò che altrove è fatto oggetto di attenzione più dotta, più consapevole e soprattutto più incline al gusto.
Ecco perchè qui da noi si assiste alla ricerca spasmodica delle lito che raffigurino donnine, motociclette, "bouquet" di scritte di altri tempi, con preziosismi di errori lessicali, in dorature e colpi di frusta art nouveau, da un lato; l'insieme di notizie tutte schiaffate in un oggetto da parete,a discapito magari di oggetti muti, semplici, come certi giocattoli, che nelle forme dicono molto di più, ma solo per chi si vuol soffermare e quindi non comprensibili a primo impatto dal mediocre collezionista accumulatore seriale che non vi trova il benchè minimo appiglio di una scritta, prova evidente rispetto al flebile indizio che farebbe vacillare ogni sicurezza. Dove le condizioni perfette sono tutto e, la rarità, tumefatta magari, di un oggetto trovato a seguito di uno scavo in una trincea della prima guerra mondiale, come questa scatola SAVOIA, proveniente dai valichi di frontiera del Trentino non riesce a creare alcun legame col passato, con se stessi e con ciò che si sta facendo.

SCATOLA DI SCAVO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

 

Un peccato mortale continuare a "collezionare figurine", quando si potrebbero "scrivere trattati" di storia, di costume, di identità e quindi di appartenenza. Da tutto ciò, che è modus operandi, riuscendo a trarre un modus vivendi, che è cosa ben diversa e che toglie gli affanni, si otterrebbe la quadra del cerchio attorno a cui gira affannoso il collezionista quando lascia accese le notifiche del proprio telefono ad ogni proposizione digitale che gli venga inviata, quando non perde un mercato, quando viaggia per centinaia di chilometri alla ricerca del noto e dell'ignoto, quando antepone ogni altro gesto, che lo renderebbe più umano, per preferire gli oggetti alle persone.
Dall'altro lato, si fanno fuggire verso i mercati europei diversi dal nostro, tutta una serie di oggetti importanti a firma italiana solo perchè il denaro è il metro per tutto e, quando è tanto, è sconveniente lasciarlo andare.
I veri collezionisti sono al nord, al nord del mondo intendo, dove il freddo congela i movimenti, ma non blocca i pensieri. Dalle vette più alte è possibile guardare le cime che sovrastano i piccoli e da queste prendere ulteriori distanze. Ecco così che qualche settimana fa Cappiello ha dato la dimensione di quanto gli italiani siano grandi. Grandi realizzatori di immagini. Ma solo se a comprarle siano stranieri.

RECORD. MA COSA C'E' SOTTO?

 

L'italiano più accorto non comprerebbe a certe cifre queste meraviglie. Malcelando la difficoltà mentale di stare appresso a certe verità, e producendo le proprie, come oggi faccio io per consentire ai più di salvarsi; consapevole che si tratti solo di una grande, enorme, gigantesca scusa. La verità è che il nostro collezionismo non potrà, per colpa dei suoi attuali protagonisti, mai assurgere a rampante e fulgido esempio di distinzione. Perchè minori e marginali sono tali cose nelle mani stesse di chi non le capisce, pur avendole.

DUE INSEGNE METTONO ANSIA A CHI NE HA FATTA UNA SUA PER L'EQUIVALENTE DI UNA BMW X6 xDrive 40i, che monta il motore benzina da 340 CV. Il listino parte da 83.200 euro per la versione Business

 

24 dicembre 2019. Buona e serena vigilia per tutti!

REGALI DI LATTA SOTTO L'ALBERO

 

22 dicembre 2019. Una Fritz Voit non mi era ancora capitato di trovarla mai.

RAZZO CON PISTA A LOOPING IN LATTA

 

19 dicembre 2019. Dal nuovo postulato dell'immortalità del burattino di legno del maestro Garrone, diverranno tutti dei Pinocchieggianti. Presagio di restauri di tarme e tarli dei residui manufatti, nati nelle zone di Canneto sull'Oglio. Le prossime mostre-scambio le immagino tutte monotematiche per almeno un anno.

 

18 dicembre 2019. 4 anni fa in questo periodo Tokuyoshi ci offriva "Cemento e terra". Da quella nuova esperienza di odori, sapori, immagini ed accostamenti di sakè e vini, poco prima che prendesse la prima stella Michelin, Concetta ed io abbiamo tratto una nuova impostazione. Oggi mi tocca una nuova esperienza di cemento e terra, assolutamente tradizionale e come la può intendere chi ha a che fare con ANAS. Anche l'organolettico ne risente.

 

17 dicembre 2019. C'è un irato per la Ceirano. Non gli arriverà la cartolina! Gabbato! :)

LA CEIRANO DI COLORE BLU

 

16 dicembre 2019. Mi hanno proposto un bagno d'umiltà. Ma si saranno mai fatti una doccia?

 

15 dicembre 2019."La nostra piccola mente umana non si rassegna a lasciare ad altri l'oggetto della propria passione incompiuto."

 

7 dicembre 2019. PICCOLI TESORI DI LATTA. L'evento dell'anno apre oggi i battenti a Modena nella Chiesa di San Carlo. Andatela a vedere con qualsiasi mezzo!

La collezione di Marco Zanasi.
La collezione di Marco Zanasi.
La collezione di Marco Zanasi.

 

1 dicembre 2019. Tra partenze per le nevi eterne, eternità delle tastiere, arresti domiciliari, impedimenti temporanei, impedimenti permanenti, difficoltà ad intessere, mancanza di interessi, gli assenti erano proprio tanti. La borsa scambio di Novegro è stata sempre piena di grandi offerte e qualcosa mi ha dato. Ma più bella di tutte, al punto da obbligarmi a fare una foto insieme con il mio acquisto di ieri, è stata la INGAP SPORT numero 25 (esemplare antesignano della AUTO DA CORSA ITALIA), comprata da Bruno.
Parlerò oggi solo di apprezzamento delle sfumature di colori. Insieme le due auto da corsa erano uno spettacolo. La foto realizzata poche ore prima di riprendere il volo per la Sicilia. Quanto all'importanza di avere ora l'opportunità di studiarle bene, in contrapposizione, ne parlerò più avanti.

AUTO DA CORSA CARDINI ed AUTO SPORT ITALIA INGAP

 

30 novembre 2019. Hall dell'Air Hotel di Linate. Su divani di colore bianco in compagnia del mio amico Bruno, invito a sedere Silvia ed Alessandro. Da una scatola, opportunamente imbottita a dovere, fuoriesce l'auto da corsa della Cardini di colore giallo.
Il mio sguardo di Peter Pan è così flebile ed effimero da poter essere colto solo da chi si è presentata per la mera curiosità di vedere chi fosse tanto pazzo da compiere ciò che Alessandro aveva indotto, cedendo un oggetto così bello.
Alessandro ha l'animo e le conoscenze che sono proprie del grande collezionista. Non può mai smettere di avere anche lui il medesimo sguardo. Ma difficilmente riuscirà a coglierlo negli altri. Alessandro dice di aver smesso di collezionare, ma è chiaro che non voglia smettere. Per questo io non glielo impedirò. Sarò sempre riconoscente per il grande sacrificio fatto con questa cessione ed attendo di scoprire cosa sarà ancora in grado di trovare in futuro. Per tentarlo e per farmi tentare.

 

07 novembre 2019. La trasmissione della conoscenza ha sempre fatto primeggiare l'uomo su tutti gli altri esseri viventi del creato a noi noto. Ciò è dipeso da un grande elemento fondamentale quale è certamente la trasmissione delle esperienze e delle conoscenze di tribù ancestrali di ominidi del periodo Paleolitico. Ma più ancora della posizione eretta, il primato su tutti gli altri Primati, intesi come scimmie, del pollice opponibile ha consentito all'uomo di riportare per iscritto ciò che prima poteva essere tramandato solo per via orale. Questo piccolo particolare rende perciò la scrittura migliore di qualsiasi immagine, per quanto incisiva possa apparire. Perchè l'immagine senza un bagaglio d'informazioni a monte non è bastevole.
La cultura delle immagini sta prendendo il sopravvento e ciò non è sempre un bene. Soprattutto se le immagini restano prive di commento. Che si passi dalle pitture rupestri e ci si fermi, per il momento, alle digitalizzazioni di Instagram, che sono di appannaggio sia dei boomers sia dei millenials, ciascuno per la propria sensibilità; prima del grande passo che porterà l'uomo all'inoculamento nella retina, piuttosto che non nel cervello, di altre immagini e notizie, una cosa sarà certa, almeno per chi scrive, ma ritengo facilmente condivisibile... non dovrà mai mancare la memoria. Perchè altrimenti tutto ciò che sta nel mezzo si perde. Sono partito molto da lontano per dire che i vari periodi del Paleolitico sono durati così tanto (questo non è stato un male per il pianeta Terra) da farci capire che senza la memoria non ci si evolve.
Volendo ridimensionare l'importanza di questo ragionamento riconducibile ai temi dell'universalità con un esempio basico, da legare al tema di questo sito, riporto cosa mi è stato scritto a proposito della storia del TRENO UNICA TALMONE che ho aggiunto alla mia collezione pochi giorni fa. Concludo chiedendomi quante cose giornalmente si perdono per colpa dell'abbandono della memoria?
"La ringrazio e spero che l'oggetto Le sia piaciuto, in quanto alla storia della scatola non so molto, una famiglia del mio paese, dopo la fine della prima guerra mondiale, si trasferì vicino Torino per lavoro,e rimase lì fino alla fine anni 60 poi tornò qui al paese di origine (...) solo perché nel frattempo i genitori vennero a mancare, uno dei figli,tornando al paese di origine portò con sé questo oggetto regalo dei genitori (...) lo buttarono in un angolo sotto una tettoia adiacente alla casa, mio figlio la vide gliela chiese, mentre la stavano buttando in discarica e così ora è arrivata in Sicilia, spero di non averLa annoiato con questa storia, ma questo è il lungo viaggio di questo giocattolo."
Chi mi ha scritto non mi ha annoiato. Mi ha fatto un regalo importante. Non va dimenticato niente. Tutto ciò che è successo ha una valenza nel cuore di ciascuno di noi che travalica la noia. E' il profumo del tempo. Quello che non si può vedere per immagini, non si può conservare, difficilmente si può tramandare.

 

1 novembre 2019. Il giorno è quello di ognissanti, domani sarà quello dedicato alla commemorazione dei defunti. La percezione è la medesima. Ricordare chi non c'è più. La mia è appena un po' diversa. Oggi, primo giorno di riposo vero per me dopo oltre un mese, motivo per cui ho abbandonato il mio BLOG ed i miei lettori, trovo modo di rilassarmi ed assecondare i miei pensieri meno condivisibili. Decidendo di scrivere proprio di questi. Non mi dedico perciò a chi non c'è più, ma a ciò di cui pensavo di non parlare per ancora chissà quanto tempo; mi riferisco ai pensieri più profondi. Frenesia di impegni, scadenze, obblighi e doveri tengono tutto lontano. Non è questa la ricetta della felicità; anche se si combatte, in senso buono, per ottenerla. Nella canzone Breathe i Pink Floyd parlano del coniglio che scava la buca ed appena finita, dimenticandosi anche del sole, ne scava subito un'altra. Potrà cavalcare anche l'onda più grande, ma non farà altro che scavarsi la fossa più precocemente. Per questo occorre respirare; cioè prendersi una pausa.
Restando in casa perciò, tra una cosa e l'altra, entrando più volte in una delle mie stanze delle meraviglie, si finisce per ascoltare tanta musica; tra l'una e l'altra, sono arrivato in modo non del tutto casuale, grazie agli algoritmi della intelligenza artificiale, a "RIDERS ON THE STORM".
Ho così avuto l'opportunità di celebrare, per un attimo, anche JIM MORRISON, non perchè santo, almeno non per me, ma perchè defunto appartenente al ristretto numero di soci del Club 27 (i giovani cantanti rock che non hanno superato questa soglia di età e forse per questo venerati al pari dei santi dalle moltitudini di ormai non più giovani fans).
Jim Morrison descriveva noi tutti come cavalieri nella tempesta, soggetti costretti a vagare come cani senz'osso in questa vita. Fu l'ultimo pezzo che registrò con la sua band; ad esso non ne seguirono altri per questa stella del blues rock, psichedelico. A distanza di poco tempo egli sfondò la sua ultima barriera ed abbandonò il mondo conosciuto, spalancando le porte della percezione.

TRENO UNICA TORINO imbracciato come fosse una chitarra

 

Imbraccio il mio ultimo acquisto, una scatola del TRENO UNICA di Torino, il terzo uguale in collezione, come se fosse una chitarra; rockeggio anche al suono di quei versi ed allo scroscio della pioggia, in parte presente in mezzo alle note ascoltate, in parte al di fuori dell'uscio di casa. Lo scroscio si fa sempre meno violento fuori. Ho preso un respiro, ho condiviso una percezione, ho lasciato molti cani senza osso. Mi sono ritemprato nel rispetto di quanti mi hanno preceduto, a cui non dimentico di mantenere vivo il ricordo ben oltre i giorni istituzionalmente decisi dalle istituzioni per la commemorazione. A loro devo quel che sono.

 

27 settembre 2019. L'obiettivo era quello di acquistare una scatola di crackers...

SCATOLA DI LATTA CRUMPSALL CRACKERS COMPANY

 

... mi sono arrivati invece dei cioccolatini!

SCATOLA IN LATTA CRUMPSALL CRACKERS COMPANY

 

12 settembre 2019. Cento anni dai fatti di Fiume nasce il fiumanesimo, grazie all'ingresso in quella che ora si chiama Rijeka, di 35 mezzi preceduti dalla Fiat torpedo di Gabriele D'Annunzio. Istanze di sinistra con modalità di destra. Un grande minestrone progressista. Una Charta aperta e tollerante. Un'opportunità politicamente barcamenante su temi atti a catturare le esasperazioni del momento, da qualsiasi lato provenissero. Basterà poco perchè tutto cada nell'oblio dinanzi ad altre modalità di squadrismo organizzato. "Hic manebimus optime!" sulle balconate, almeno sino a che l'Andrea Doria non mise a segno la cannonata di una granata da 152 che, per lo spostamento d'aria, ridestò il Vate facendolo saltare dalla sedia e battere la testa sul tavolo.

 

11 settembre 2019.
" No, cosa sono adesso non lo so... Sono come, un uomo in cerca di se stesso
No, cosa sono adesso non lo so... Sono solo, solo il suono del mio passo..."
Queste le mie impressioni a 18 anni dall'evento e nel buio di questi tempi oscuri, parafrasando un grande successo dei PFM.
Le vostre impressioni di settembre sono diverse?

 

8 settembre 2019. RUST ZEPELIN.

 

2 settembre 2019. Mai comprare una scatola comune col solo fine di sostituirla! Perchè le numerose tirature spesso comportavano l'uso di colori diversi di sfondo. Morale! Tre scatole gemelle. E si sa che i gemelli, non sono mai gli stessi... Questa mania delle varianti di colore mi ucciderà, un giorno o l'altro!

SCATOLA IN LATTA FORMATO BAULETTO

 

31 agosto 2019. Capita poi che condividendo immagini con amici si scoprano errori compiuti 100 anni fa!

AUTO LANDAULET IN DUE COLORI

 

Il mio debole per le METALGRAF che mi pone l'obiettivo di ricercare colori della carrozzeria a me non ancora noti, mi ha portato a pubblicare negli scorsi giorni a corredo dei miei stati di w'app le immagini delle mie due landaulet. Intendo riferirmi ai modelli "Coupe de Ville", erroneamente definiti dalla ditta Metalgraf "modello landaulet". Possiedo la versione rossa e quella verde, che da sole non completano il parco macchine dei colori.
Il buon amico Beppe, sempre attento alle mie foto, ha subito riconosciuto da un dettaglio questo modello. Alla espressione del mio desiderio di volere adesso ricercare, per cominciare, la versione gialla, Beppe ha voluto condividere la sua versione di colore, che è poi quella che ho anticipato nella foto superiore.
Ho così potuto constatare che, non solo la sua è una versione diversa dalle mie. Ma diversa da tutte quelle conoscibili, perchè, quando parlo di errore compiuto 100 anni fa, ad essa faccio riferimento.
Era facile in quelle epoche lontane, negli anni della industria litografica, che accadesse di restare a corto di materiale per la lavorazione. Ciò non doveva impedire a chi vi lavorava (molto spesso donne) di arrestare il processo di produzione. Molto più spesso non si trattava di questione che atteneva alla scarsità di materie prime. Poteva essere una parola in più scambiata con la vicina di postazione, poteva trattarsi di una svista, di un momento di penombra nella sala di lavoro. Quale che fosse la causa, questo errore, questa distrazione ha portato all'assemblaggio di questo modello che a tutti gli effetti acquisisce così l'aspetto di una bicolore; non consona alle mode dell'epoca, di più alle ricerche collezionistiche. Il cofano sarebbe appartenuto perciò al modello che doveva avere i colori del giallo paglierino, di cui adesso io sono alla ricerca. Il corpo vettura doveva far parte di una versione in colore bianco avorio. Alla stessa stregua della versione torpedo che mostro in quest'altra immagine per maggiore evidenza.
Ghiotto questo strano esemplare per quei collezionisti che hanno visto praticamente tutto!

AUTO TORPEDO METALGRAF BIANCO AVORIO - Foto dalla collezione di Giovanfranco di Giunta

 

27 agosto 2019. Nell'attesa, dedico ai SAPORI di una volta le mie attenzioni. Guardando la scatola che mi è arrivata oggi, col dovuto distacco dai tempi antichi, si può vedere come sia stata rimossa con forza la traccia del periodo storico a cui è appartenuta. Questo aspetto è spunto per significare che spesso una semplice rimozione di un immagine scomoda, quale era il fascio posto in grande centralità su di essa, non basti da solo per togliere un certo "sapore" all'insieme. Il negazionismo non ha toccato nè l'appartenenza al "placet" della Real Casa con il brevetto di Sua Maestà il Re, nè l'altisonante nome dedicato al preparato pasticcero. E qui la domanda: "Non aver cancellato anche le tracce del regno, dei brevetti, del nome, è una questione di "Noblesse oblige"? O l'istanza di cancellazione della parte più deleteria può bastare per mantenere la restante parte e ripartire con rinnovato slancio, nuovi smalti, nuovi accenti o nuove appartenenze in senso trasformistico?". Non c'è mai risposta. Quel che resta è che è stato salvato, basta per denotare una indicazione precisa di ciò che la pantomima italiana desidera conservare. Cambiano i volti, e neanche tanto, ma non cambia il desiderio di chi desidera restare ai posti di comando; il desiderio di mangiarla tutta la torta, quello non finirà mai!

SCATOLA TONDA DELLA DITTA SAPORI PER IL PANFORTE MARGHERITA - Foto dalla collezione di Giovanfranco di Giunta.

 

Ancora una volta trovo con serendipità, in modo casuale, una scatola con un preciso riferimento ad un luogo di provenienza che non rappresenta il luogo del caso. A Siena si è consumato poco tempo fa un misfatto di dimensioni mastodontiche, perpetrato dalla precisa volontà dei nostri prossimi futuri regnanti. Quegli stessi che non si limitano a negare e cancellare un marchio durato un ventennio. Quegli stessi che, di un acronimo che esiste dal 1472 e che costituiva una delle più grandi garanzie di longevità di sempre, hanno voluto dare un nuovo accento, un nuovo sapore. MPS oggi risuona tetramente come: Movimento Per (le 5) Stelle.

 

25 agosto 2019. Tutti gli acquisti di oggi sono caratterizzati da un colore comune, il verde della speranza. Uno SPACEMAN COMMANDO ROBOT, una LANDAULET METALGRAF ed una scatola CIOCCOLATO RISORGIMENTO. Anche il pupazzo in gesso che tiene tra le braccia FORTUNELLO, che non dovrei collezionare, ne è per buona parte ricoperto.

 

23 agosto 2019. La musica per le mie orecchie fa "CLANK!". La fortunosa custodia per la musica di un illustre sconosciuto del passato, da un paese a me lontano, ma vicino invece ad una nota fabbrica posta sul Lago d'Orta, diverrà nei prossimi giorni e per qualche ora, fino al completo riconsolidamento, la mia nuova musica. Ad essere "rampa" di trampolino verso questo tipo di ascolto, che oltre che con le orecchie farò anche con gli occhi e con le mani, è stato Fabrizio a cui dedico con grande stima la mia riconoscenza. Il resto della storia, a tempo debito, necessiterà dell'ausilio di qualche immagine.

 

22 agosto 2019. Dopo altre considerazioni di ordine generale..."Siamo materialisti proprio perchè consapevoli di non potere portare niente con noi. Questo non può ridurre il nostro sacro spirito. Nella materia passata cerchiamo il passaggio dei grandi uomini che non abbiamo conosciuto e fortifichiamo, nella condivisione, la parte di noi stessi che è già stata".

 

15 agosto 2019. Buon ferragosto, Genova!

BAMBINI AL BAGNO IN UNA SCATOLA ELAH DEI PRIMI DEL NOVECENTO - Foto dalla collezione di Giovanfranco di Giunta.

 

21 luglio 2019. Il sopraggiungere di questa data ci proietta nella celebrazione degli uomini. Si può perciò adesso parlare degli esploratori della Luna. Nella finzione dei giocattoli di latta che accompaganrono quel periodo, si assiste in pochi anni al cambiamento del loro aspetto, anche a seguito di questo allunaggio. Le linee morbide si sono indurite e sono divenute oltremodo spigolose. Sono comunque tutti MOON EXPLORERs, benchè nessuno assomigli a quelli che compirono il piccolo passo per l'uomo ed il grande per l'umanità. Erano già i tempi dei realistici MAJOR MATT MASON in plastica e gomma.

I ROBOT ESPLORATORI - Foto dalla collezione di Giovanfranco di Giunta.

 

20 luglio 2019. Quest'altra parte del globo di latta prodotto per la SELEZIONE DEL READER'S DIGEST su una mappa del 1967, descrive in legenda il modo per indicare i punti dove avvennero gli impatti e dove gli allunaggi morbidi. Questo è anche il lato oscuro del satellite: "the dark side of the moon". Lo sbarco, 50 anni fa, era ormai imminente!

LA LUNA DEL READER'S DIGEST - Foto dalla collezione di Giovanfranco di Giunta.

 

19 luglio 2019. Questo globo di latta è coevo ai fatti prossimi alla celebrazione del cinquantenario. Di poco precedente poichè non si limita a raccontare i successi della LUNIK 2 (che confermò l'esistenza dei venti solari) e delle sonde del programma RANGER che riuscirono a toccare il suolo lunare.
L'orientamento qui mostrato riguarda la parte visibile della Luna dalla Terra; appena diverso dalla posizione che siamo soliti vedere solo per dare l'idea di quanti esperimenti siano giunti a termine su questo lato dal 1959 al 1966, prima dell'allunaggio.

LA LUNA DEL READER'S DIGEST - Foto dalla collezione di Giovanfranco di Giunta.

 

17 luglio 2019. Alla fine degli anni '50, più esattamente nel 1956, la MGM realizzò il film: FORBIDDEN PLANET "Il pianeta proibito". Ai più noto per avere dato i natali al robot Robby che prestava i propri servigi per il dottor Morbius, protagonista del film ed abitante del pianeta ALTAIR IV. Fin qui nessun legame con la LUNA, si direbbe. Senonchè la grande notorietà che il film ebbe in tutto il mondo, comportò anche la realizzazione del robot a figura intera MECHANIZED ROBOT e del ROBBY SPACE PATROL qui sotto riprodotto.

ROBBY ROBOT SPACE PATROL NOMURA TOYS - Foto dalla collezione di Giovanfranco di Giunta.

 

Come è ai più noto, il robot nero a figura intera (il MECHANIZED ROBOT) fu realizzato per molti anni, contrariamente alla versione ROBBY SPACE PATROL, che invece ebbe vita molto breve. Dal momento che la NOMURA, fabbrica di giocattoli del sol levante, decise di denominare ROBBY il mezzo di pattuglia spaziale che veniva condotto nel film dall'omonimo robot, ciò suscitò le attenzioni della METRO GOLDWIN MAYER che prontamente richiese la corresponsione di royalties. La NOMURA ritenne opportuno così di non modificare il nome del robot nero a figura intera per non incorrere nel pagamento di diritti d'autore. Ma poichè il mezzo di pattuglia spaziale con il robot era stato ormai realizzato e, su di esso, la MGM aveva ottenuto la privativa che impediva alla ditta giapponese di realizzare ulteriori identici modelli giocattolo; la NOMURA TOYS, forte dei dettami del dopoguerra volti a conservare e riciclare, decise di apportare delle piccole ma sostanziali modifiche al giocattolo che consentivano di mantenere lo stampo. Ne modificò anche la denominazione.
Ecco così nascere due diverse versioni di pattuglia dello spazio, con e senza guidatore, che vengono intitolate alla Luna.

MOON SPACE SHIP NOMURA TOYS - Foto dalla collezione di Giovanfranco di Giunta.

 

Questa versione, rispetto a quella che copiava fedelmente lo SPACE PATROL del FORBIDDEN PLANET, è stata modificata nei colori della litografia e nella parte superiore rotonda che si sostituisce al robot. Particolare molto importante nel film, non immediatamente comprensibile nella comparazione dei due giocattoli, è dato dal fatto che il funzionamento del ROBBY SPACE PATROL, nella finzione cinematografica, avveniva tramite il robot che correva inglobato nel mezzo spaziale, trasportando i protagonisti. IL ROBBY SPACE PATROL era perciò dotato di vita cibernetica, perchè ROBBY lo animava. Nella modifica, la MOON SPACE SHIP perde parecchio. Perde innanzitutto l'anima del robot. Resta piena di luccichii e movimenti (BATTERY OPERATED), ma la meccanizzazione contenuta all'interno della plastica trasparente, non è più nè carne nè pesce. Non è una testa di un robot, quindi non ha determinazione (sia pur definita da una routine); non è un motore e, se lo fosse, non sarebbe guidato da nessuno.

MOON PATROL SPACE DIVISION n.3 NOMURA TOYS - Foto dalla collezione di Giovanfranco di Giunta.

 

Questa terza versione soccorre alla necessità di correggere le prime modifiche effettuate sulla MOON SPACE SHIP (che verrà anche denominata MOON CAR nel coperchio della scatola, tanto nella versione MOON SPACE SHIP, quanto nella versione MOON PATROL Space division n.3) e risponde alla esigenza di manovrare una SPACE PATROL, pattuglia spaziale, tramite l'aggiunta di un astronauta guidatore. La modifica della litografia fa il resto.

 

16 luglio 2019. E per non farsi mancare niente, questa sera la Luna fa ancora parlare di se per l'eclisse che la riguarda. In omaggio a questo evento pubblico una foto di un raro gadget pubblicitario della "Creme Eclipse".

Foto dalla collezione di Giovanfranco di Giunta.

 

15 luglio 2019. A voler guardare nella produzione dei giocattoli di latta che recano nella propria denominazione riferimento alla Luna, ci sarebbero da un lato, precedenti all' allunaggio dell'uomo, i mezzi di pattuglia spaziale MOON SPACE SHIP e MOON PATROL Space division n.3; l'astronave MOON EXPLORER; il gioco TERRA LUNA n.262 della TECHNOFIX ed ancora il JOURNEY TO THE MOON della YONEZAWA; inoltre i robot: MOON ROBOT nelle taglie piccola della KO, media della Yonezawa, e grande della Alps. Tre nomi identici per tre diverse interpretazioni del robot lunare.
Dall'altro lato, dopo l'evento dell'allunaggio, si sarebbero palesati nella scena dei giocattoli di latta il robot MOON EXPLORER della Horikawa, nero e spigoloso, col viso di astronauta. Questo robot trae spunto dall'impostazione di partenza di successo che era del robot ATTACKING MARTIAN (il nuovo più ostico e difficile confine che attualmente affascina l'uomo). br> Infine l'improbabile treno spaziale dei primi anni '70 denominato MOON EXPRESS, realizzato dalla MARUSAN.
La visualizzazione di tutti questi mezzi spaziali, aiuterà a compiere un'analisi sulla modifica del gusto che, nelle forme dei LEM, dei razzi tutti e dalle nuove superstar, gli astronauti, ha avuto una involuzione; tutta a vantaggio dell'aerodinamica.
Qualche foto nei prossimi giorni aiuterà a capire quale cambiamento ha determinato la missione Apollo.

 

14 luglio 2019. Accadde 50 anni fa, tra due giorni, che l'undicesima spedizione di Apollo proiettasse le speranze di una nuova frontiera dell'uomo ben più in là di dove potesse restare ancorata sino ad un attimo prima. Quest'aspetto ha determinato la rottura con un sistema e la perdita di un confine naturale. Da lì l'uomo è divenuto "fantascientifico" per titoli conquistati. Mentre prima aspirava solo a pensare di esserlo. Il "compagno di viaggio" russo, lo SPUTNIK, si posizionava anni prima 3 metri sopra la ionosfera con varie coppie di cani, non sempre scampati alle fasi del rientro; la VOSTOK 1 tramutava l'uomo in cosmonauta, solo spettatore dell'opera di altri uomini solidamente rimasti a terra a direzionarlo.
Si restava comunque sempre legati ad un senso di confine che era il più elevato di sempre, ma che non era ancora abbastanza. Con la prospettiva dell'allunaggio, iniziata col progetto GEMINI e con la serie delle spedizioni dei vari APOLLO, si aprì così la strada verso quel traguardo che prima poteva essere di tutti ed ora era degli americani. Quale sia stata la modalità del raggiungimento di questo obiettivo, leggasi la modalità Kubrick, ciò ha determinato la fine di un certo tipo di poesia. La forza delle immagini eterne non potrà facilmente far scaturire altre opere autoriali più importanti per molto tempo.

 

13 luglio 2019. Conto alla rovescia per un Mare di Tranquillità.

 

08 luglio 2019. In difesa dell'amico collezionista...
Gli animi si scaldano. Sarà colpa del caldo torrido? I mercanti avvoltoi a cui piace vincere "facile" aleggiano solitari e pronti a colpire. Si stancheranno? L'importante è che restino le bestie che sono. Nessun cruccio sia in colui che aiuta a vedere; guardi egli lungo e pensi a quanto ancora il pennuto ignorante sia distante anni luce. Mai alcun colpo d'ala potrà consentirgli di recuperare una sola lunghezza.

 

22 giugno 2019. Con la denominazione di "THE REUNION" oggi si è celebrato l'evento destinato a far parlare di se ancora per molto tempo e restare nei ricordi di quanti vi hanno potuto partecipare.

INDIANAPOLIS sulla sopraelevata di Monza - Foto tratta da Facebook.

 

Oltre 30 auto a pedali modello Indianapolis, realizzate dalla Giordani a partire dal 1957 (stesso anno in cui sull'anello si disputò per la prima volta l'affine 500 miglia di Monza) sono state immortalate tutte insieme. Collezionisti entusiasti da varie parti d'Italia, su spinta degli organizzatori, Soldano e Pini, hanno adattato i loro automezzi al fine di trasportare le Giordani a Monza, per questa occasione non facile da ripetere. Non ha costituito limite l'ondata di maltempo, anche con grandine, che ha interessato tutta la zona della Lombardia, Triveneto, Emilia e Romagna. La pista di Monza, in particolare il circuito della sopraelevata, ha subito una pioggia insistente che ha convinto i proprietari delle preziose auto da corsa in miniatura a fare bene, senza tergiversare. Sono stati tratti degli scatti suggestivi, tra cui quello che mostro qui sotto, prima di riporre urgentemente le automobiline al sicuro. L'entusiasmo ha permesso tutto ciò. Ce ne fossero di questi momenti...

Sulla sopraelevata di Monza - Foto tratta da Facebook.

 

16 giugno 2019. Costanza e presenza premiano sempre.

 

8 giugno 2019. Sono già un morto che parla, pur avendo compiuto solo 47 anni oggi.

 

6 giugno 2019. Arrivati gli ZAX!

 

1 giugno 2019. Ai più sconosciute. Ma sono piene o sono vuote? E poichè le bottiglie di due colori in esse contenute sono riposte in modo alternato ad ulteriori vuoti, quando potranno mai costituire piena soddisfazione? In attesa che arrivino le restanti parti dei giochi che le contengono, camioncini pubblicitari in legno, questa l'unica parte in latta dorata non litografata da mostrare al momento.

2 cassette di bottiglie per camion pubblicitari ZAX - Foto di Giovanfranco di Giunta.

 

2 cassette di bottiglie per camion pubblicitari ZAX

 

14 maggio 2019. Un desiderio di tricolore mi pervade. Ma non è una risposta ad uno slogan di più "Italia agli Italiani". Non nel senso di escludere chi non lo è. E' la necessità di sapere che gli Italiani, in ogni propria azione, rispettino questo valore, nel rispetto di se stessi e degli altri italiani. Vorrei meno scandali, più controllo sugli italiani che rubano e che ogni mattina si svegliano concertando di fare solo del male. Vorrei meno distrazione, più attenzione e vorrei anche più educazione alla bellezza. C'è bisogno di bellezza. C'è bisogno di capire che non è vero che sia soggettiva. C'è una parte di bellezza che è universale ed ha uno spessore molto più elevato di quella soggettiva di nessun conto, che può meritare di essere soppressa e derisa. Di quella bellezza tutti dovremmo aver bisogno, invocandola di diritto. La bellezza del comportamento onesto, della mancanza di arroganza, della logica stringente del rispetto di una dialettica che non è offensiva. La bellezza storicizzata di ciò che è rivalutato e quella delle cose nuove pensate e motivate, ai più incomprensibili. Non quella delle cose imposte e volute dall'affare. Quella che scaturisce da una fantasia allenatasi con l'uso continuo, non quella delle "butade" senza senso e senza arbitrio. Anche la fantasia segue delle regole, solo sconosciute.

2 Auto Italia della Ingap - Foto di Giovanfranco di Giunta.

 

Desidero una auto da corsa Italia della Ingap di colore bianco, per alimentare, anche solo visivamente, il mio senso del tricolore. Di Italia, ne ho già abbastanza dentro.

 

7 maggio 2019. "Il metodo della nonna l'ho scoperto prima io." Non sono parole mie.

 

5 maggio 2019. 20 anni fa mettevo la sveglia alle 3:00 del primo mattino per partecipare ad un'asta di un oggetto che veniva proposto negli USA ed il cuore mi batteva negli ultimi secondi all'impazzata. Offrivo cifre altissime e non sempre risultavo il migliore offerente. Pensavo che non avrei mai più trovato quell'oggetto del desiderio che mi si mostrava splendido. Così è stato per ciò che ho perso. Forse così non è avvenuto per ciò che invece mi sono aggiudicato.
Il modem faceva rumore e non superava i 56k al secondo. Adesso che i router viaggiano ad oltre 1 milione di kbytes al secondo, le mie offerte le faccio parecchie ore prima delle naturali scadenze. Sono molto più elevate del prezzo finale. In pratica mi aggiudico gli oggetti per la mia collezione a cifre insperate, molto più ridimensionate rispetto alle mie valutazioni. Il cuore non batte finchè l'acquisto non arriva a casa. Mi sono inaridito o è la mancanza di competizione con regole uguali per tutti che mi sta allontanando dalla passione? O sono gli altri contendenti ad essere ancora più aridi?
In fondo per certuni la crisi non arriva mai e gli acquisti sono quasi giornalieri. Ah, già! Quei personaggi non competono ad armi pari. Costoro usano bazooka ed obici di antiaerea, quando io sono dotato solo di una pistola ad acqua.

 

3 maggio 2019. Nel mare, calmo o in tempesta che sia, dell'ignoranza dei social popolati di collezionisti alle prime armi, esistono dei punti di approdo, delle isole, che consentono di trovare appagamento e conoscenza. Spesso queste isole si vedono all'orizzonte, ma pochi sono quelli che vi sanno andare incontro. A volte è la condizione del mare o di chi lo popola ad allontanarli dalla terraferma, altre volte la corrente, altre volte ancora è l'incapacità di comprendere che esistano dei porti sicuri. Il più delle volte è l'incapacità di capire che nel mare si pesca e non si deve restare per esser pescati. Ai più il principio dello studio di Kruger e Dunning si attaglia nel senso che essi sono privi della capacità metacognitiva di comprendere le loro mancanze. Non approderanno mai su un'isola e, se lo faranno, non vi resteranno; ci gireranno intorno per ributtarsi in mare. Che l'isola sia un libro, un vecchio collezionista, un museo poco importa. Ci sono poi anche gli scogli difficili ed impervi. Questo sito ne è testimonianza.

 

25 aprile 2019. Unica. La corsa del treno.

 

21 aprile 2019. Buona Pasqua a tutti!

Foto di Giovanfranco di Giunta. Tutti i diritti riservati.

 

20 aprile 2019. Quanto vi lascia indifferenti Greta ed il suo impegno? Quanto pensate che il comportamento che essa stia tenendo, a prescindere da sensazionalismi e strumentalizzazioni, non possa interessare ciascuno di noi? Non certo nelle grandi azioni esemplari, quanto piuttosto in quelle piccole di tutti i giorni? C'è chi l'ha chiamata Gretina, chi l'ha osannata, cè anche un Francesco che l'ha ricevuta tra un Osanna e l'altro. Indubbiamente il senso mediatico dell'interesse che la, anagraficamente piccola, Greta pone in essere non può lasciare indifferenti. Anche la sua bici è tutta un programma.

Il cavallo della nuova Giovanna D'Arco! Foto trovata su WIKIPEDIA, autore sconosciuto.

 

Ernst Paul Lehmann (non lo sceneggiatore, quello ha una sola "enne" nel cognome) il costruttore di giocattoli, avrebbe sicuramente pensato, se fosse vissuto ai giorni nostri, di realizzare un giocattolo che la ritraesse. Magari forse usando la parte inferiore della Lehmann Halloh, ma modificando poi il guidatore, realizzando una versione femminile con grande treccia e sguardo incupito. Lehmann su questa base di motocicletta realizzò la ECHO, la PILOT, la ROON, la QUEX. Avrebbe potuto perciò brevettare anche la THUNBERG!
Chissà quanta ragione potrà avere Greta. Chissà anche quanto la prenderanno in giro le generazioni future, se si dovesse scoprire che sostenibilità e riscaldamento globale niente hanno a che vedere con il diverso problema del raffreddamento globale. Si dirà più avanti che il mondo sia caratterizato da periodi di glaciazione forse più frequenti di quanto non si pensi. Forse caratterizzate da periodi di irradiazioni solari che contribuiscono all'abbassamento delle temperature, che per forza di cose generano fenomeni di apparente riscaldamento globale, ma che i problemi sono determinati da altro e che l'emissione di anidride carbonica è solo un pretesto. Poi si scoprirà che anche questa valutazione è dei lobbisti del petrolchimico e del carbon coke.
Di una cosa si può essere certi: gli animi si scaldano spesso per molto meno di quelle che sono le tematiche attenzionate dal futuro premio nobel Greta Thunberg. C'è anche chi ne usa l'immagine per arridere alle consuetudini delle scampagnate dei prossimi giorni. Qui sotto un'esempio. La povera ragazzina fautrice del "Skolstrejk för klimatet" è stata presa di mira dal rogo della demenza dei sottotitolatori incalliti. Lei, novella Giovanna D'Arco, non perirà nei roghi dei boschi svedesi nè, si spera, in quelli della risata facile!.

La nuova Giovanna D'Arco è già sul rogo mediatico dei sottotitoli! Foto inviatami su w'app, autore sconosciuto.

 

Ci sono però anche considerazioni di diverso ordine da poter fare. Che attengono alla svogliatezza dei fatti da ciascuno replicati quotidianamente. Come l'uso, l'abuso ed il disuso delle materie plastiche. L'USA E GETTA (scritto maiuscolo non a caso) non sarà determinante per il riscaldamento, ma di fatto ci proietta sempre più verso una sensibile riduzione degli spazi vitali di una popolazione mondiale in continuo aumento. Bocche che necessitano di essere sfamate che, appena sfamate, si disfano di stoviglie che resteranno nell'ambiente per periodi compresi tra 100 e 1000 anni secondo gli studi. E' chiaro che il nostro pianeta cambierà sempre più aspetto a fronte del nostro disinteresse. E non sarà poi solo questione di punti di vista e non sarà servito a niente sorridere di una giovane che ha preso una posizione con maggior determinazione di una più grande moltitudine di struzzi col collo nella sabbia... rovente.

E' questione di punti di vista! Foto presa da Facebook, autore sconosciuto.

 

Nella foto un giocattolo russo, in due varianti, realizzato dopo i fatti dello Sputnik e a quell'evento ispirato. L'ho sempre adorato per la sua estrema diversità rispetto a molti altri giocattoli coevi. Ritrae un mondo che ruota su se stesso all'interno di un contenitore riccamente litografato. Un giovane ed un vecchio ne ammirano il movimento posti su di un tappeto volante. Alle spalle di questo contenitore sono parecchi personaggi di fantasia tra cui anche una inquietante strega. I due giocattoli sono apparentemente uguali. In realtà al secondo, manca la sovrapposizione del colore rosso. I due mondi, possono apparire assolutamente uguali, e sono ugualmente contemplati dalle stesse figure fissate sulla superficie del giocattolo. I due mondi, che poi è sempre il nostro pianeta, sono però diversi perchè uno dei due è privo della parte calda che il colore rosso determina. Quel mondo così diverso che pare tutto innevato, come in una glaciazione, è sempre lo stesso mondo nel quale viviamo. Non serva cacciare alcuna strega da esso!

 

10 aprile 2019. Ma poi penso... ma stiamo parlando di giocattoli, scatole ed insegne. Roba di nessun conto. Ma cosa devo condividere mai! Sono tutte stupidaggini!

Troppo ordine può guastare!

 

9 aprile 2019. Penso che ogni tipo di collezionismo finisca naturalmente per l'impossibilità di comprendere da parte di chi lo pratica che, essendo noi tutti esseri finiti, più prima che poi occorra effettuare un passaggio consapevole ad altri. Un trasferimento abile. Il passaggio del testimone richiede una preparazione particolare ed addizionale in termini di affiatamento e sincronismo al fine di minimizzare i tempi morti nella fase dello scambio. Questo aspetto se non curato o del tutto assente non porta ad alcun successo. Produce la sconfitta. Collezionare per avere, per fare e disfare è riduttivo, cinico. E' un prendersi in giro. E' non avere consapevolezza di se, forse anche non avere stima. Come un debole castello di carte, senza l'opportuno collante, tutto si disfa al primo alito di vento. A nulla serve ammonticchiare, se possedere per se è l'unico obiettivo. Il testimone è una precipua ragion d'essere. Catullo affermava che le cose che si amano non si posseggono mai completamente. Semplicemente si custodiscono.
La vendita fine a se stessa, ad opera del medesimo collezionista prima di passare a miglior vita, come anche ad opera della vedova, del compagno, del figlio, del parente più prossimo al trapassato, e meno prossimo alla collezione, sarà un grande insuccesso. Avrà reso vano il tempo, la forza, la ricerca e la spinta che ha mosso il tutto e ne ha giustificato ogni sforzo.
Molti collezionisti della prima ora dei temi cari a questo sito, ma non della primissima ora poichè quelli non ci sono più, stanno reagendo male a questo scambio e non hanno curato alcun tipo di affiatamento con chi li dovrà seguire. Spesso rendendo le persone più prossime riottose o indifferenti alla condivisione, a causa dell'attaccamento viscerale dimostrato per le proprie cose da chi ne ha fatto passione incondizionata.
In mezzo ad essi, i commercianti e gli altri collezionisti, come arbitri o spettatori di una "partita della vita" fanno la loro parte, quasi sempre tifando per le altre squadre. Molti restano delusi e lo sport della collezione perde di fascino e di "appeal". All'interno di stadi vuoti si consumano le ultime gare.
La condivisione è l'apertura verso il passaggio ulteriore. Verso la fine più nobile. Laddove gli spettatori sono festosi ed attenti e gli arbitri imparziali ed onesti. Dove l'entertainment è globale e tutto è vero. Ma condivisione, faccia attenzione il popolo dei social che pensava di restare indenne, non è ostentazione.

 

1 aprile 2019. Pesce d'Aprile! Polvere effervescente - Bibita rinfrescante

EFFERVESCENTE CATANIA

 

25 marzo 2019. Non collezionerei neanche soldatini di piombo. Perciò questo non farà eccezione...

Libro di fiabe DE VECCHI con brevetto

 

14 marzo 2019. Appena rientrerò a casa, per poter dire "HALLOH", dovro dire "CIAO" ad una cospicua somma di euro. Ciò non dipende dall'aver più aspirazioni del dovuto a prendere lezioni di inglese. E' più una questione germanica di rinnovo delle italiche condizioni. Ma potrei anche dire...
Sto spendendo una piccola fortuna per sostituire una Lehmann Halloh, made in Germany, in perfette condizioni, con una eguale motocicletta a molla, molto rovinata che è nella mia collezione. Ma non ha lo stesso sapore questa informazione, detta in modo così semplice.

 

11 marzo 2019. Chi non capisce niente di automobili, dagli albori alla fine degli anni '50 almeno, non è degno di collezionare giocattoli, scatole ed insegne. Senza una chiave, senza un algoritmo, sinestesia é allochiria, confusione sfrontata mascherata da capacità, in realtà semplice fortuna; quella di trovarsi in un luogo ricco di apparente bellezza, di cui non si è capaci di comprenderne le più intime sfumature e di cui si resta succubi. Si resta come raccoglitori di figurine dinanzi alla fabbrica che li stampa. Senza alcuna vera crescita.
La chiave di lettura è un parametro che tutto raccoglie e tutto permette. Suggerisco perciò a chi vuole crescere in questo ambiente di "raccoglitori di figurine" di ripassare, se non studiare, l'evoluzione dell'automobile dalle prime ancetres della fine dello scorso secolo, sino alle auto del periodo in cui vorrà fermarsi. Scoprirà molte analogie e scorciatoie per riconoscere ciò che non arriva, altrimenti, così subito come si pensa.

 

8 marzo 2019. Non si finisce mai di imparare e di conoscere. Alla base ci vuole sempre curiosità e desiderio di andare oltre. In questo giorno noto per la festa delle donne, desidero felicitarmi con la signora Sandra che ha saputo spingere suo marito Beppe verso la direzione giusta, invitandolo a comprare una Super Lux che si è rivelata essere molto più interessante del previsto. Laddove altre mogli, non è un luogo comune, avrebbero fatto di tutto per far desistere il proprio uomo. Così si viene a scoprire che l'ingegnere Galletti, l'inventore di questa splendida auto giocattolo, dopo la versione a carica a molla aveva fatto realizzare anche una versione elettrica con doppia pila. La prima cilindrica e più allungata rispetto alle comuni torcia, dava illuminazione ai due fari anteriori, alla targa ed al cruscotto dal lato del passeggero. La seconda, una pila da 4,5 volts, imprimeva vita e movimento a questo gioiello dell'immediato dopoguerra, azionando le ruote. Si ripete così la storia raccontata pochi giorni fa sulla Alfa Romeo 1900 Ventura speciale, nata elettrica ma senza filoguida. Qui la situazione è simile. Ma della Super Lux, i modelli conosciuti sono già molto pochi. Questo stavolta lo definisco unico, senza tema di smentita. Come questi oggetti così speciali vengano fuori solo in tempi così recenti mi da molto da riflettere. Per anni di folli ricerche non se ne conosceva l'esistenza. Adesso che i collezionisti si aggirano per le grandi sale delle mostre, come mastodontici dinosauri affamati, ormai in via di estinzione, continuano a fuoriuscire nel mercato oggetti di altrettanto grande peso. Dopo brevi riscontri e grazie ad altri collezionisti, vengo anche a scoprire, grazie a questa immagine pubblicitaria della fine degli anni '40, che qualcuno sapeva della possibile esistenza. Tutto confermato oggi dal ritrovamento dalla SUPERLUX ELETTRICA color melanzana.

da la Rivista del Giocattolo

 

7 marzo 2019. Ho chiesto ad alcuni amici di farmi avere degli scatti della mostra "LET'S PLAY" di Giovanni Marangoni al Mercanteinfiera. Non avendo mai sentito parlare di questa persona tra gli amici collezionisti; sapendolo mostrare parte della propria collezione in una kermesse così importante, mi comportava una certa curiosità. Se non altro per il desiderio di arricchire le mie esperienze con qualche fugace scatto fotografico.
La mostra è ancora in corso, potevo anche andare a vederla di persona, ma, per fortuna c'è chi ci è incappato prima, togliendomi ogni dubbio circa la necessità di farsi tanto male. Non vi affaticate perciò a partire per andarla a vedere. Evitate di aggiungere la vostra delusione a quella che ho provato io, conclamata, al ricevimento di alcune immagini delle vetrine.
Avevo delle titubanze che scaturivano dalla visione dell'immagine rappresentativa che si vede sul sito istituzionale del MERCANTEINFIERA. Solo 6 giocattoli in essa erano stati scelti per richiamare l'attenzione sull'evento. Ricevere le foto dell'allestimento dal primo degli amici interpellati, mi ha obbligato a chiedere subito agli altri di evitarsi l'incombenza di inviarmi altre foto. L'allestimento era più squallido e sciatto della immagine di presentazione e quello che ho scoperto sul web ha riservato ulteriori sorprese.

DAL SITO DEL MERCANTEINFIERA DI PARMA

 

Ma restiamo sull'immagine simbolo della mostra. In essa 3 robot giapponesi fanno pendant con 3 giocattoli tedeschi. La parte germanica è pessimamente rappresentata da 2 automi SCHUCO, uno dei quali in evidente stato di decomposizione, senza vestiti e con parte della lanetta che costituisce i capelli, completamente al di fuori del proprio alloggio, sembrando più un velo parasole che ciò che resta del cuoio capelluto. Il gattino della KOHLER GKN è poi quanto di più comune possa esistere, anch'esso un po' consumato dall'uso. Si sa la rarità è un concetto che alberga solo nelle menti dei collezionisti compulsivi e disadattati (Si sente il sarcasmo? n.d.a.). Quanto possa valere fare mostre a tema con oggetti che puoi trovare su ogni bancone di una fiera delle pulci, qualcuno poi me lo spiegherà.
Ma la parte giapponese non è meglio rappresentata. Il robot più grande è una copia moderna dello SMOKING ROBOT YONEZAWA, primo madornale specchietto per le allodole, difetto di sensibilità, errore macroscopico di informazione, falso si potrebbe anche dire. C'è poi uno SPARKY ROBOT della KO YOSHIYA, mancante di anello superiore dell'antenna, e sufficientemente patinato dall'uso da far apparire troppo lucido il compagno più grande appena descritto. Infine poco arruginito e precario nell'equilibrio, uno SPACEMAN della NOMURA, con i piedi bloccati su una base di legno tramite fil di ferro guainato in gomma, mancante della originale e rara filoguida, con una torcia in mano che prima di consentirgli viaggi nello spazio, può ormai solo far luce ad una certa connaturata cecità, che è modo di fare mostre di nessun pregio.
Nell'intervista dedicata sul sito on-line degli organizzatori questo professionista dell'alta moda, lo stesso che invita chi vuole entrare nel suo mondo ad essere "consapevoli che oltre all’immagine da favola della sfilata sono necessari metodo, conoscenza e tantissimo, impegnativo lavoro." (Queste le sue parole dal sito di MKSMILANOFASHIONSCHOOL.IT), preferisce (e qui inorridisco) parlare del giocattolo "vissuto" da prediligere al puro reperto di antiquariato. L'ennesimo raccoglitore seriale che viene assurto al ruolo di collezionista, non meritato per quello che ho visto esporre. Ma magari, in sua difesa, posso dire che sia stato costretto a prestare qualche giocattolo di nessun pregio per una mostra che non desiderava fare.
Dei suoi giocattoli la GAZZETTA DI PARMA afferma che è in esposizione anche un raro SNOOPY AMERICANO del 1930. Anno in cui forse neanche SCHULZ lo aveva ancora idealizzato. Ma l'idealizzazione è il primo scampolo in saldo del sentimento spicciolo dell'emozione in/out del bello e del brutto. Non necessita di conforto di veridicità.
Eppure l'idea di esporre qualcosa che nell'aspetto del vissuto doveva mostrare l'originale punto di vista poteva ancora funzionare. Ma ad un patto, che gli oltraggi, le cicatrici, le mancanze di ogni singolo pezzo, potessero avere un valore universale, raccontato con caparbietà, con ironia, con senso critico, forse anche con distacco ma in chiave attuale. Niente di tutto questo. Le vetrine mostravano oggetti banali, brutti, non rari, filologicamente disaccoppiati, di epoche diverse, non omogenei, neanche troppo diversi. Senza parlare degli errori clamorosissimi di date e di attribuzioni nelle didascalie.
Finchè esisteranno questo genere di esposizioni, dovrò vergognarmi di essere collezionista all'occhio del profano? A mia difesa, penso che questa raccolta, perchè di collezione non parlerei per non offendere le intelligenze di nessuno, sia peggiore di molte altre che avrebbero fatto migliore figura senza troppo impegno. Era un dispiacere per gli occhi. Soprattutto dove si pensa che l'immagine per eccellenza che rappresenta il MERCANTEINFIERA è ancora una composizione di giocattoli e chincaglierie, davvero d'epoca, contenuti dentro un camioncino della italiana CARDINI di ben più alta levatura.
Se anche questo è specchio dei tempi, è andato tutto bene! Nessun problema. Nessuno di accorgerà di questo ennesimo oltraggio. Ma finisco con una chicca... Che ci sia una certa consapevolezza del rischio di fare una mostra inadeguata e non all'altezza lo si desume da un particolare che è in una vetrina. All'interno della quale accanto ad una scintillante auto cromata da corsa della Ingap è posto un libro aperto che riporta una immagine della stessa vettura. Come dire:"Se non credete all'importanza di quello che mostro... Guardate! Il gioco è in un libro! E' davvero importante il gioco! Quindi è importante le mostra". Idealizzazione per imprimatur, neanche un sillogismo aristotelico ardirebbe ad essere così forte. Quindi, in fondo, mancanza di certezze, vacuità, dispersione del significato, tristezza. Su tutto regnava la tristezza. L'emozione che meno di tutte si attaglia al gioco che nasce e sviluppa l'uomo in una escalation che solo il passaggio a miglior vita estingue.

 

3 marzo 2019. Viaggio lampo a Palermo di un pomeriggio domenicale normalmente riservato al riposo o alle passeggiate in campagna. Di corsa a caccia per l'auto da corsa Diana. Possibile così, a casa, un raffronto di una nuova variante di colore.

LA PRIMA AUTO DA CORSA DELLA INGAP dalla collezione di Giovanfranco di Giunta

 

1 marzo 2019. Conoscevo solo 3 versioni della Alfa Romeo 1900 Ventura. La versione con carica a molla, la prima serie. Poi la versione filoguidata con telecomando, nelle due versioni con scatola-guida e fondo in metallo, seconda serie, ed infine quella con scatola-guida e fondo in plastica rossa. Per la prima volta, pochi giorni fa, mi sono imbattuto in una versione elettrica non filoguidata. Sembrava sulle prime un ibrido, forse solo un'invenzione di un buontempone. Ma poi ragionandoci bene sopra e grazie ad un paio di particolari che la rendono diversa dalle altre, non dico unica, benchè sia molto tentato, ho avuto conferma dal venditore al quale avevo fatto una proposta adeguata che potevo annoverarLa nella mia collezione. Mi è arrivata ieri. L'ho confrontata ed ho scattato questa foto. Devo dire che la trovo proprio affascinante! Nei prossimi giorni racconterò le differenze tra i vari modelli in una pagina dedicata. Per ora l'immagine di questa auto che rappresenta la tessera mancante di un passaggio obbligato dal carica a molla al filoguidato elettrico.

ALFA ROMEO VENTURA dalla collezione di Giovanfranco di Giunta

 

28 febbraio 2019. Lo avevo scritto e detto chiaramente. Questo è l'anno del maiale!

Il maiale col pizzo lo zampone affonda
su fave di cacao grugnendo socialmente
alla fiera del mercante impenitente.
Nessun osi cavalcare la sua onda.

 

23 febbraio 2019. Appuntamento con avvistamento! E fu così che, ancora una volta, acquisto giocattoli prima ancora di recarmi ad una mostra-scambio dedicata, che si celebrerà domani. Avevo appena concluso un incontro a casa di un amico di Milano, collezionista eccentrico, che abita in una casa secondo me troppo piccola per contenere tutto ciò che possiede e che continua a volere ostinatamente tenere per se. Prendo la metro, arrivo alla stazione di Porta Garibaldi. Mi salutano le torri dell'UNICREDIT. Non le avevo ancora mai viste da sotto, ma solo da lontano. Imponenti, senz'altro. Ma non mi attirano più di una auto al fondo del parcheggio che sul tetto ha una jeep Modern Toys bianca. Quella che si scorge qui sotto in mezzo ad altri giocattoli tutti appartenuti sino ad oggi ad un solo uomo.

I giocattoli di Maurizio adesso nella collezione di Giovanfranco di Giunta

 

Adesso i giochi sono nella mia collezione. In realtà non desideravo acquistarli tutti. Ma questo è il senso del racconto e del tema che sottende l'immagine nella sua completezza. Visti così tutti insieme raccontano la giovinezza di una persona che non conoscevo sino a pochi minuti prima, col quale ho scambiato moltissimi messaggi che mi avvicinavano all'incontro. E' affascinante sapere che siano rimasti ancora insieme. Il proprietario, dopo la mia scelta di prenderne solo alcuni, ha preferito regalarmi gli altri. Perchè li aveva ormai portati fuori dalla casa della madre, perché non aveva più senso dividerli, insomma perché non andava fatto!
"Quando si smette di giocare?" Chi ha conservato diligentemente questi giochi ha lasciato Milano per andare a vivere in Argentina e divenire un "tanguero". Ritornato in Italia ha deciso di spostarsi in Svizzera. Ha imparato a ballare con la sua compagna, usando la sensibilità del petto, vibrando e sbagliando insieme con Lei, ha posto una nuova attenzione al suo senso del gioco. Non ha abbandonato i suoi giochi, me li ha consegnati; avanti, indietro, di lato, in obliquo, di traverso. Un gioco di Gamba il suo. I giochi di Gamba adesso i miei, perchè è anche il Suo cognome.

 

10 febbraio 2019.
La sindrome di Peter Pan è una costante del collezionista? Probabilmente è una condizione essenziale "in nuce" per colui il quale ha deciso di dedicarsi ai giocattoli più di qualsiasi altro tema da cui patologicamente non è possibile poi più discostarsi, senza perdere in modo definitivo l'interesse per gli stessi. Ma forse è una condizione di base che investe qualsiasi tipo di collezionista che si interessi a qualsiasi tematica.
Nel caldo rifugio della ricerca e della raccolta (che si spera essere ragionata e calibrata in una misura non troppo compulsiva) ogni responsabilità viene meno. Ecco perchè conosco sempre più spesso dei collezionisti che restano in ombra, che volano basso, che evitano il confronto diretto e vivono nel loro solo mondo, schermati dai messaggi di una casella postale virtuale.
Mi chiedo perciò se dalla sindrome si possa uscire, se non sia essa stessa motivo per continuare "ad libitum", finita la quale è finito tutto.
In senso diametralmente opposto, pensando ancora al Michele deturpatore della mia scatola Arnold (vedi 26 gennaio), persiste ancora la scia del ragionamento sulla crescita forzata di un bambino nel mondo adulto, prima del tempo naturale.
Oggi, a peggiorare questi ragionamenti e a portarli al vicolo cieco della patologia della imprescindibile costanza della sindrome, ha contribuito l'acquisto del "Ricordo di Piedigrotta" immortalato in questo olio su tela che ritrae una banda sonora di quattro scugnizzi napoletani. La banda di Peter Pan è qui al completo!

Triccaballacche e Scetavajasse si produssero nel putiferio del Putiputipu

 

Il periodo di realizzazione del quadro dovrebbe collocarsi verso la fine del secolo diciannovesimo. Forse agli albori del nuovo secolo, ma non è il periodo di realizzazione che mi interessa. Mi sono chiesto chi fossero questi ragazzini armati di Tammorra, Triccaballacche, Mandolino, Cornetta e Bandiera ed ho cominciato a fare ricerche.
Giovani napoletani, è chiaro! Ma ho voluto pensare anche che non fossero solo dei bambini, che avessero anche dei nomi e dei cognomi. Quelli che mi hanno maggiormente colpito sono stati: Cangiullo e Viviano, che fanno rima con fanciullo e con baccano.
La festa canora di Piedigrotta ha avuto come grande interprete Francesco Cangiullo, nato nel 1884 ed autore, nel 1916, di Piedigrotta, poema parolibero ispirato alla omonima festa popolare napoletana (già prefigurata ed anticipata in due eventi della Galleria Sprovieri di Roma con tutti i leader del movimento futurista tra cui Marinetti, Sironi, Balla e Depero). Si tratta dello stesso autore del manifesto "Il mobilio futurista" che il 22 febbraio dell'anno prossimo compirà cento anni, in cui si auspica la creazione di mobili parlanti fatti di "intrecci, scontri e corpo-a-corpo di lettere di svariati caratteri".
Il secondo artista nato nel 1888, appena quattro anni dopo il primo, è Raffaele Viviano (noto come Viviani). Così si espresse parlando di Piedigrotta: "Sta festa ‘o ssa’/nasce e more ccà./Chi a vo’ rifà,/nun ‘a po’ imità./E ‘o stesso popolo ca fa./E chistu popolo sta ccà.". Viviano, chiamato da bambino in famiglia anche Papiluccio, all'età di quattro anni imparò a memoria il repertorio del tenore comico Gennaro Trengi, famoso per i gilet coloratissimi (Futurista ante litteram?) tanto da fagli perdere il posto, sostituendolo in modo definitivo e vestendosi dell'abito di un pupo riadattato. A 12 anni, alla morte del padre impresario, il divertimento di bambino diviene l'unica opportunità per sfamare se stesso e la propria famiglia. Il bambino diviene coattamente adulto e responsabile.
L'individuazione di due artisti su quattro bambini presenti mi basta perciò per completare questa immagine del "Ricordo di Piedigrotta". Gli altri due ignoti, magari sono artisti solo perchè "stanno ccà", come diceva l'adulto Papiluccio. L'essere napoletani li fa già tali.
Ma voglio completare la visione in modo spregiudicato, non impossibile, ma neanche confutabile. Il terzo artista è l'esecutore di questo olio; ha ritratto se stesso o forse un figlio. L'ultimo spazio, l'ultimo nome, lo lascio al collezionista in sindrome, qui immortalato per sempre. Può essere musica, può essere baccano, resterà sempre un ricordo.

 

5 febbraio 2019.
Questo è l'anno del MAIALE D'ORO. Con la festa di primavera il popolo cinese si approssima da oggi a ritenere più ricca, abbondante, solidale e collettiva ogni azione del proprio essere. Questo dicono le cronache. Di parere contrario appariva il pensiero del dorato presidente americano che voleva imporre nuove misure di imposizioni doganali. Ma forse dell'inizio del nuovo anno cinese verrà avvisato anche Trump e, dietro la corresponsione della abolizione dei dazi sulle auto americane, il maiale potrà ingrossarsi nella doverosa dismisura...

In coincidenza con le festività di Sant'Agata

 

26 gennaio 2019.
Michele, che fine ha fatto la Tua fanciullezza? Quando hai abdicato per la tua crescita incondizionata? Hai scelto tu o hanno scelto per Te? Eppure c'è stato un momento che hai sentito il bisogno di apporre la Tua firma su qualcosa che volevi che fosse solo tua.

SCATOLA SIREN ARNOLD

 


Hai avuto fratelli che hanno determinato in te l'idea di distinguere il tuo gioco dagli altri? O piuttosto sei cresciuto così in fretta da non ritenere più necessario di dimostrare a nessuno che possedevi tanti altri giochi in altrettante scatole?
Quando hai smesso di ricordarti dei tuoi giochi e della firma che hai apposto, deturpandola, su una scatola di cui non ti importa più niente? Michele, se li rivedessi adesso, li riconosceresti? Una lacrima scenderebbe giù dal viso o continueresti a vederli distaccatamente, imperturbato e con assoluta indifferenza? Michele sei nostalgico o vivi maledettamente nel presente? Perchè mi ha deturpato la scatola senza presentarti?

SCATOLA SIREN ARNOLD


 

25 gennaio 2019. Distacco, presa d'atto, brivido, raccapriccio, stupore, sorpresa. Quante emozioni può darci la stessa cosa. Occorre capirne l'intimo significato. Senza aver tolto la buccia ciò che vediamo a volte appare diverso da quello che è realmente. Spesso interviene in questo giudizio la convenzione ed il luogo comune, viziato dal comportamento fastidioso della massa. Ma riuscire a ritornare sui propri passi, constatando che ciò che ci circonda è più bello di quanto gli altri ci impediscano di vedere, rende ogni azione del nostro presente immutata bellezza per noi stessi e per gli altri.

 

24 gennaio 2019.
Colleziono libri di fiabe ed ho anche un sacco di doppioni da cedere in una pagina del mio sito cui si può accedere cliccando su: "FIABE". Sapendo che Rosaspina era il nome della bella addormentata, ho pensato che anche CICILLINO avesse a che fare con le fiabe di Andersen. Per quanto il viso non mi apparisse nuovo, non sono riuscito a ricordare. Mi è poi venuto in aiuto un amico di Fb che mi ha suggerito di cercare tra i personaggi del Corriere dei Piccoli. Ecco perciò apparire una ROSASPINA di Antonio Rubino ed un CICILLINO, figlio di LOLA E LOLLO, il Buttercup di Frederick Burr Opper. Resta un mistero capire a cosa servissero questi coperchi da 9 cm di diametro cadauno.

Coperchi in latta di scatole ignote.

 

15 gennaio 2019.
Sparita dal web prima della naturale scadenza, oggi riappare di nuovo l'auto della Gunthermann tanto ambita. Cambia la strategia di vendita. Si passa dalla modalità a migliore offerente con rialzi curiosi, alla grossa grassa richiesta economica, doppia rispetto alla miglior quotazione mai raggiunta per questo modello, con possibilità di offerta al ribasso. Complimenti per la strategia! Cosa ci aspetterà la prossima settimana, dopo una nuova chiusura anticipata dell'inserzione, una vendita parziale di due ruote ed un passeggero per un quarto del prezzo con possibilità di opzionare la restante parte a rate e consegna su un ponte sospeso a confine tra due stati rivali che intanto si bombardano scambievolmente? O il venditore si aspetta di ricevere il denaro per spedire con assicurata un mattone nel pacco?
Ma quest'auto giocattolo esiste davvero? O resterà un fantasma che si rivolterà contro chi lo ha prodotto ed andrà a riempire, prima che gli scaffali di una vetrina di un collezionista, i sogni (vieppù incubi) del più funambolico dei venditori di oggetti a tema? Chi vivrà saprà. Seguirò le vicissitudini con vibrante commozione, ascoltando l'Adagio in G maggiore di Remo Giazotto (noto più spesso ed erroneamente come Adagio di Albinoni). Dove stia il falso sarà ancor più difficile rivelare...


 

9 gennaio 2019.
Gordon Bennet spettacolare per qualità e condizioni su eBay a Santa Teresa di Gallura, ma con le foto di un'asta americana del 2014. La versione da 26 cm millantata come la più grande, quando invece più grande esiste e con ruote di caoutchouc. Omini troppo chiari per le mie abitudini e conoscenze. Stop alle telefonate. Grazie. L'ho vista! Non mi convince tutta la situzione. Spostate il vostro interesse su altro. Questo il mio consiglio.


 

6 gennaio 2019.
L'odore di polvere da sparo, sparso per quartieri mentre una banda, accompagna le reliquie della santa, impulsi religiosi dell'Occidente. Accidente.
(cit. Mario Sgalambro, Franco Battiato)

Albeggia al porto di Catania... su un tavolo del mercato delle pulci degli archi della marina, una schiera di scatole in latta di polvere da caccia di varie fogge, grandezze e formati, ormai vuote, lascia strascichi per avventure di caccia metropolitana.

Albeggiando al porto di Catania su un tavolo del mercato delle pulci sotto gli archi della marina.

 

3 gennaio 2019.
Certe volte le più grandi soddisfazioni si ricevono da illustri sconosciuti. Ma mai dimenticarsi degli amici.

 

2 gennaio 2019.
La Ventura si può migliorare con forza d'animo ed olio di gomito. Tutto tornerà a luccicare...

 

1 gennaio 2019.
105 Questi i numeri delle immagini dell'anno appena trascorso nel mio BLOG riguardanti: auto d'epoca (14), scatole (18), giocattoli (21), insegne (10), vassoi (4), biglietti da visita (1), documenti cartacei (4), mostre (16) ed altre foto legate a temi e curiosità. Così anche il 2018, per quanto mi sforzi di parlare anche di altro, almeno nelle immagini, il tema dei giocattoli è stato sempre prevalente. Le scatole e le auto d'epoca restano un attimo sotto. Poi tutto il resto... Questo è solo un anticipo di ciò che si potrà scorgere.

Acquisto oggetti in latta: targhe, insegne, scatole, giocattoli, libri e biglietti da visita in questo materiale.

 

Quest'anno si parlerà di tante cose nuove che provengono dal passato. Tenetevi forte ed attenti alle parti più taglienti. La latta è affascinante ma non perdona!


 

Per chi avesse voglia di rileggere quanto scritto negli ultimi anni, è pregato di cliccare sui rispettivi link
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