NANDO IL ROBOT A TELECOMANDO O.P.S.E.T. ITALIA 1958

Questa pagina cerca di dare una precisa data di realizzazione a questo modello. Chi è in possesso della scatola avrà avuto modo di vedere che la stessa è firmata in modo abbastanza leggibile "A.Ste. 58". Le iniziali dell'illustratore ed una meno inequivocabile data di riferimento. Il robot si colloca pertanto in periodo storico diverso da quello spesso dato da alcuni collezionisti. 

 Dall'analisi comparata di 3 diversi NANDO vengono fuori poi queste ulteriori considerazioni:

Le ruote di trascinamento sono in plastica dura e molto simili a quelle dei robot della fine degli anni '50 e dei primi anni '60.

Come buona abitudine dei produttori italiani, la fantasia realizzativa era tanta (per questo i giocattoli italiani hanno sempre qualcosa in più) ma il plagio era sempre dietro l'angolo. Probabilmente l'ideazione venne fuori da una visione ravvicinata, all'epoca, con robots giapponesi di fresca importazione.

A prescindere dal definire NANDO  IL ROBOT A TELECOMANDO,  realizzazione 'naive' (qualcuno potrebbe storcere il naso e me ne scuso) che scimmiotta robot ben più complessi provenienti dal paese del SOL LEVANTE, è innegabile che NANDO risulti appetibile per la sua estrema diversità dal contesto fantascientifico che lo circondava appena realizzato; precipuità che continua a persistere adesso con la maturità collezionistica. NANDO manifesta la sua arretratezza tecnologica di concetto, chiara ancor più a chi ne conosce il funzionamento.  E la sua necessità, quasi obbligatorietà, di risultare all'epoca  economico per essere facilmente acquistato preferendolo ai robot realizzati dalla concorrenza nipponica.

Il telecomando, non è altro che una filoguida costituita da un tubicino cavo all'interno del quale viene inviata aria prodotta da una pompetta di gomma che agendo sul meccanismo imprime alle gambe un movimento in avanti che ne consente il movimento. E qui la tecnica finisce. Tanto ingegnoso quanto estremamente semplice.

Altro elemento a riprova della modernità, rispetto alla attribuzione 1948/50 di alcuni testi, è data dalla giunzione di materiale plastico tra il tubicino della filoguida ed il corpo del robot.

Inoltre...   

Lo stampo del robot è sempre uguale. Cambiano invece le rifiniture del capo e del viso. Il robot che vedete qui sopra a sinistra ha la superficie esterna del capo nella colorazione rossa. Molto rara.

Di solito quelli conosciuti sono realizzati in lamierino zincato con effetto simile alla cromatura.

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 Qui sopra, di seguito, 3 diverse varianti del viso: VERNICIATURA ROSSA, UNICA DECALCOMANIA SU TUTTO IL VISO,  DECALCOMANIA UNICA di diverso colore.

Infine... solo un robot italiano poteva chiamarsi NANDO per far rima baciata con TELECOMANDO!!!